Eccovi rivelata l’identità del personaggio misterioso, ed ora vi racconto un po’ della Sua storia, così capirete il motivo che mi ha spinto ad indagare su di Lui. Se lo cercate su Wikipedia saprete che questo signore vinse tra l’altro tre tappe al Tour de France nel 1913 e seppe guadagnarsi il titolo di corridore ciclista più apprezzato d’Italia attraverso un referendum organizzato dalla Gazzetta dello Sport nel 1912.
Censin alla partenza di una Parigi-Roubaix
Conclusasi la carriera ciclistica, Vincenzo (detto Censin)pensò bene di mettersi subito all’opera per investire quel che aveva guadagnato, sicuramente non senza fatica ed impegno, e decise di contattare niente meno che la Harley Davidson, della quale divenne in breve importatore unico per l’Italia. Fu così che aprì un bel negozio con annessa officina in via Camerana a Torino.
Il nostro personaggio portò avanti con passione questa attività per il resto della sua vita e non avendo avuto eredi lasciò il tutto nelle mani del nipote Giovanni Bairo che era entrato nell’azienda da ragazzino e ne era divenuto il gestore insieme alla moglie che pure era impiegata in ufficio.
Quando alla morte di Censin, avvenuta il 17 giugno 1960, la ditta Borgarello passò definitivamente nelle loro mani le vendite delle Harley Davidson si andavano riducendo, sempre più contrastate dalla concorrenza prima europea e in seguito giapponese che ogni anno più prepotentemente limitava il mercato dalle grosse bicilindriche. Fu senza dubbio questo uno dei motivi che spinsero i coniugi Bairo ad affiancare ad Harley Davidson e Bianchi, un nuovo marchio che producesse moto specifiche per il fuoristrada, onde poter entrare in questo nuovo settore emergente e crearsi una propria immagine in questo particolare ambiente.
Fu così che i coniugi Bairo si recarono in Spagna dove si incontrarono con i dirigenti della Orpheo Sincronic S.A. e ne scaturì il primo contratto esclusivo di importazione delle moto OSSA in Italia, contratto al quale la ditta BORGARELLO ha saputo restare fedele fino alla sua chiusura, avvenuta nel ’82.
Nell’estate dello stesso 1969 arrivò a Torino la prima fornitura di moto OSSA, per l’esattezza si trattava di due PENNINE da trial e di quattro ENDURO 230
certificato di importazione in Italia delle prime moto OSSA.
Così possiamo dire di sapere qualcosa di più di una storia che forse aspettava solo di essere scritta, la mia fortuna è stata quella di trovare ad un mercatino in mezzo a del materiale Ossa proveniente da un vecchio concessionario di Susa la fotografia datata 1947 di un uomo sorridente su una H.D. e di aver intuito che tra lui e la Ossa un legame ci doveva pur essere, così mi sono dato da fare fino a riuscire a contattare la nipote dei coniugi Bairo che con orgoglio mi ha confermato l’identità del personaggio consentendomi di ricostruire il succedersi di avvenimenti che interessano tutti gli appassionati di questo marchio.
Non posso non provare una forma di affetto e di riconoscenza verso quest’uomo creatore di una ditta che poi, con Giovanni Bairo e consorte, avrebbe fatto felici gli appassionati in 13 anni costellati di successi sportivi, e forse quel suo sorriso è di compiacimento per tutto questo………..
Come sempre la felicità non sta nel denaro, ma nel lavoro e nell’orgoglio per ciò che si è fatto……………….grazie a entrambi!