OSSA 350 MAR’76

Maurizio Calzetta di Teramo mi contattò lo scorso autunno: aveva letto del restauro che avevo eseguito per Mario Casati e ne era rimasto affascinato, voleva consigli circa l’acquisto di una moto, mi inviò delle foto di quello che aveva trovato sul web e alla fine decise di acquistare una Ossa 350 che era posta in vendita ad Avigliana vicino a Torino. Gli consigliai di farsi spedire i documenti con l’atto di vendita già registrato a suo nome sul certificato di proprietà e provvedere personalmente alla voltura al P.R.A. e gli detti un’idea di quella che poteva essere la spesa per il restauro. Maurizio è un tipo molto preciso, direi puntiglioso, mi resi subito conto che non sarebbe stato facilmente accontentabile…mille domande, mille telefonate….dalle quali traspariva una grande voglia di conoscere tutto il possibile di questa moto, oltretutto ha una buona base di competenze meccaniche e di voglia di apprendere che lo spingono ad approfondire ogni particolare….una bella sfida!
così si presentava la moto al ritiro, a parte il telaio verniciato in rosso, era abbastanza completa, anche se molte parti erano consumate dall’uso conservava ancora i suoi parafanghi originali che ora sono introvabili

La Ossa 350 M.A.R. fu immessa sul mercato nel 1975 nella sua prima versione, praticamente identica alla 250 mk2 dalla quale differiva unicamente per il gruppo termico e per la colorazione bianca con strisce rosse e verdi; con questa moto Giovanni Tosco si aggiudicò per la seconda e ultima volta il Campionato Italiano di Trial nel 1976, mentre con una moto della seconda serie (come quella di Maurizio) si classificò secondo nel 1977, dietro ad Ettore Baldini sulla Bultaco. Questo modello differiva dalla prima serie in molti particolari, che pur non modificando sostanzialmente il modello lo perfezionavano rendendolo più adatto all’uso agonistico: triangolo posteriore del telaio rinforzato, tubo di scarico allungato, carburatore Bing da 28mm, parafanghi in plastica indistruttibile (così erano pubblicizzati) , manubrio in acciaio speciale, sospensioni completamente modificate e con maggior escursione: ammortizzatori posteriori a gas inclinati a 45° e forcella Betor allungata di 25mm. Questo modello si comportò egregiamente in competizione con un unico non trascurabile difetto: tendeva facilmente a surriscaldarsi perdendo potenza ed allora bisognava aspettare che si raffreddasse, ma in gara non c’era tempo da perdere e allora appena si trovava una fontana si rimediava a secchiate d’acqua sul cilindro….
Le stesse modifiche furono apportate anche alla ciclistica della versione 250 cc .
per chi vuole approfondire vedere qui:
http://www.twnclub.ch/classic_trial_files/Ossa/Ossa1.htm

La mia vita è sempre stata un susseguirsi di sfide ed anche in questa occasione non ho voluto tirami indietro, anzi ho subito pensato che questo avrebbe potuto rappresentare per me un buon banco di prova.
Ho voluto andare io personalmente a ritirare la moto ad Avigliana e, verificato che il motore girava bene e non necessitava di una revisione completa, ho dato subito inizio allo smontaggio: alla fine ci sono voluti circa quattro mesi e una volta terminato il lavoro ho convinto Maurizio a venirla a ritirare in occasione dell’OSSA DAY a Campo Canavese, in modo da conoscere più da vicino il mondo nel quale si era affacciato. Peccato per il tempo inclemente, avrei voluto fare un giro con lui, ma sarebbe tornato a casa bagnato fradicio e con la moto piena di fango e non mi sembrava il caso, vorrà dire che se avrò occasione di passare da Teramo, sarà lui a portarmi a fare un giro sul Gran Sasso,…….magari a cercar funghi.
Un collaudatore d’eccezione per la moto di Maurizio: Giovanni Tosco. Qui lo vediamo mentre sta testando la morbidezza della frizione con servocomando a carrucola e sta pensando: mannaggia, l’avessi avuta a Crodo nel 1977 , magari sarei riuscito a battere Baldini e a vincere il Campionato Italiano per la terza volta……
Inzoli seduto sullo sfondo gli sta dicendo: una frizione come questa Voi torinesi ve la potevate solo sognare…..
Se poi la mia sfida l’ho vinta lo lascio dire a lui, in ogni caso ho trovato un amico e senza dubbio questa per me è la cosa che vale di più, grazie a Maurizio per la fiducia che mi ha offerto prima di conoscermi e che ora spero di aver meritato.