Era da molto che pensavo di dover aprire un sito sul trial, ma forse non avevo ancora le idee chiare sui contenuti che dovesse avere.
Ora che l’ho aperto mi rendo conto che tutto quello che posso fare è parlare del mio trial, quello che mi ha appassionato ed ha riempito la mia vita, spesso dissociandosi dalle scelte di chi lo ha governato in questi anni e ha lasciato che venisse privilegiato in sempre maggior misura l’aspetto funambolico di questo sport, a discapito del fatto che più si spettacolarizzavano gli ostacoli, più i potenziali acquirenti di questo tipo di moto si intimidivano e prediligevano altre scelte. Trenta anni fa era ancora normale che i ragazzini usassero normalmente un cinquantino da trial per i loro spostamenti, ugualmente i loro genitori potevano cimentarsi in gare a livello regionale anche senza avere il tempo di effettuare una preparazione particolarmente impegnativa, ci si divertiva senza guardare tanto al punteggio, le zone erano abbastanza fattibili, mai pericolose…Chi aveva l’X Factor trialistico si metteva sempre in evidenza. Ora non è più così: voler partecipare alle competizioni anche a livello regionale comporta l’impegno di prepararsi assiduamente, investire per avere i mezzi aggiornati con cui competere, organizzare vere e proprie squadre di sostegno, indispensabili perché la lotta non è più limitata al pilota in gara, ma diventa veramente una guerra tra differenti fazioni, dove troppo diventa lecito. E tutto questo ha dei costi che limitano enormemente le possibilità di selezione.
Non mi sembra proprio più il caso di chiamarlo sport.
Intendiamoci queste incongruenze non sono solo di oggi, accadevano anche trenta anni fa, ma è proprio da allora che bisognava lavorare per eliminarle, già allora erano incongruenze, più allora che oggi, visto che oggi anziché eliminarle si è provveduto addirittura a regolamentarle.
Il mio punto di vista è chiaro da sempre: nello sport questi sono fatti illeciti, ed i fatti illeciti non vanno regolamentati, ma perseguiti.
L’altro giorno mi ha telefonato Roberto Inzoli che insieme a Giulio Mauri stava guardando questo sito per dirmi che in Italia mancava un simile punto di incontro per trialisti d’epoca ,mi hanno detto: è una bella cosa averlo fatto, ma, giustamente, è importante dargli da mangiare…nel senso che bisogna inserire continuamente nuovi contenuti. Hanno proprio ragione, l’impegno è più grande di quanto non potesse sembrare, ma con un po’di buona volontà cercherò di rimediare, intanto ritagliandomi uno spazio di tempo settimanale da dedicare a questo scopo, questo senza trascurare di rispondere quotidianamente alle eventuali Vs. mail. Intendiamoci, non voglio creare uno dei tanti blog dove tutti dicono la loro spesso senza sapere di cosa stiano parlando, sarebbe una noia per tutti e il poco tempo a disposizione va gestito nel migliore dei modi quindi siano benvenuti tutti gli amici che la pensano come me , e anche gli altri amici che pur pensandola diversamente hanno cose interessanti da dire